Turismo, siglato con Federalberghi e Faita l’accordo per il Contratto nazionale

Un migliaio i lavoratori interessati a Bergamo

Dopo oltre quaranta ore di trattativa serrata, è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale applicato agli oltre 400mila lavoratori del comparto turistico, ricettivo alberghiero, dei villaggi vacanza e dei camping.  L’intesa, in vigore dal 1° luglio 2024 al 31 dicembre 2027, è stata siglata tra FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTUCS e le associazioni imprenditoriali del comparto Federalberghi e Faita, entrambe associate a Confcommercio Imprese per l’Italia. A Bergamo, il rinnovo coinvolge circa un migliaio di lavoratori del settore.

L’accordo sarà sottoposto alla consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori a partire dai prossimi giorni. Prevede un aumento economico a regime di 200 euro al IV livello d’inquadramento, da riparametrare, corrisposti nell’arco della vigenza contrattuale, con una massa salariale complessiva pari a 6.200 euro.

“Questo accordo rappresenta un importante passo avanti per il settore” commentano Nicholas Pezzè, segretario generale di FILCAMS-CGIL, Claudia Belotti, segretaria generale di FISASCAT-CISL, e Anila Cenolli, segretaria generale di UILTUCS di Bergamo. “È stato ottenuto anche grazie alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori. Siamo soddisfatti del rinnovo di un contratto scaduto da sei anni in un settore economicamente importante anche sul nostro territorio e dove tuttavia è ancora molto difficile trovare personale da assumere, soprattutto per le retribuzioni erogate rispetto alle ore lavorate e alle difficoltà legate, in alcuni casi, al tema della conciliazione tra vita privata e lavoro. Pensiamo che avere ottenuto un rinnovo con una parte economica importante offra un incentivo non indifferente all’occupazione, anche e soprattutto all’occupazione giovanile”.

“Riteniamo significativo l’intervento sull’esternalizzazione dei servizi di pulimento e di riassetto delle camere come di altri servizi, che estende la procedura per il confronto sindacale prevista per la prima esternalizzazione anche ai successivi cambi di appalto, garantendo il trattamento normativo ed economico del contratto nazionale del settore sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative” proseguono i sindacalisti. “Importanti sono il rilancio della contrattazione di secondo livello da rendere effettivamente esigibile e l’introduzione di un elemento economico di garanzia, fino a 186 euro, qualora, nonostante la presentazione di una piattaforma, non venga definito un accordo integrativo entro il 31 ottobre 2026. Appaiono assolutamente  rilevanti le misure in tema di parità di genere, con la valorizzazione delle tematiche relative alle pari opportunità e all’inclusione: è stata istituita la figura di rappresentanza Garante della Parità e viene costituita una Commissione permanente dedicata in seno all’Ente Bilaterale di settore. Sono state inoltre introdotte forme di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla vita dell’impresa, mirate a favorire il cambiamento e il benessere sui luoghi di lavoro, anche in un’ottica di genere”.

“Tra i punti qualificanti dell’accordo si segnala la tutela della genitorialità, con l’integrazione fino al raggiungimento del 100% della retribuzione in occasione del pagamento della tredicesima e della quattordicesima mensilità, maturata durante i periodi di congedo di maternità obbligatorio e congedo di paternità, obbligatorio e facoltativo” proseguono i tre rappresentanti sindacali. “Sul contrasto alla discriminazione, alla violenza e alle molestie è stato definito un nuovo articolato contrattuale che amplia le tutele, migliorando le misure previste per il sostegno delle donne vittime di violenza di genere, con 3 mesi più ulteriori 3 mesi di congedo retribuito al 100% per le lavoratrici inserite in percorsi di protezione debitamente certificati dai servizi sociali del Comune di residenza, dai centri antiviolenza o dalle case rifugio. Sul fronte del welfare contrattuale, l’intesa stabilisce un aumento del contributo di 3 euro destinato al fondo di assistenza sanitaria integrativa di settore, il Fondo Fast. Rafforzata, inoltre, la penalità prevista a carico delle aziende che non siano in regola con l’iscrizione al fondo dei lavoratori, per i quali, in questo caso, scatta un ulteriore elemento distinto della retribuzione”.