Sabato 7 settembre nel capoluogo e lunedì 9 in provincia
Spesso precari, a tempo parziale e sotto inquadrati, sono i lavoratori della filiera del turismo e della ristorazione, che invece meriterebbero un’occupazione di qualità e una giusta retribuzione come previsto dai contratti nazionali da poco rinnovati. “Mettiamo il turismo sottosopra!” è l’invito che la FILCAMS-CGIL rivolge ai tanti addetti del comparto in tutta Italia dal suo “camper dei diritti” che sta percorrendo la penisola e che il 7 e il 9 settembre torna in provincia di Bergamo.
Le due tappe locali, organizzate da FILCAMS-CGIL di Bergamo e della Valle Camonica-Sebino, sono previste sabato 7, al mattino, nel capoluogo con il camper che toccherà Città Alta, via XX Settembre e Borgo Santa Caterina. Poi lunedì 9 settembre sarà a Sarnico in piazza XX Settembre per la mattinata, mentre nel pomeriggio arriverà a Grumello del Monte e Trescore Balneario. I sindacalisti a bordo forniranno informazioni e consulenza su condizioni di lavoro e questioni contrattuali.
“Nonostante i numeri del turismo in Italia registrino un trend in continua crescita (anche nella nostra provincia, dopo l’anno di Bergamo-Brescia capitali della cultura), rimane diffusa la tendenza al ricorso al lavoro a tempo parziale, precario e stagionale” hanno commentato oggi Nicholas Pezzè della FILCAMS-CGIL di Bergamo e Francesca Danesi della stessa categoria della Valle Camonica.
“I rinnovi di gran parte dei contratti del turismo avvenuti quest’anno hanno valorizzato l’importanza di questi settori e rappresentano un cuscinetto, soprattutto dal punto di vista economico, per tutti quei lavoratori e quelle lavoratrici che ne fanno parte ma è fondamentale che le condizioni contrattuali siano applicate in modo corretto a partire dai livelli di inquadramento. Su questo aspetto incide il fatto che i lavoratori e le lavoratrici vengono inquadrati a livelli più bassi rispetto a quelli che dovrebbero avere, senza pertanto un adeguato riconoscimento della professionalità”.
“Nella provincia di Bergamo, tra alberghi, ristoranti, bar e pubblici esercizi, operano più di 30 mila persone, dato in crescita soprattutto dal 2021” proseguono i due sindacalisti. “Se i numeri degli addetti sono in aumento, lo stesso non si può dire dei salari, visti i numerosi part time presenti con stipendi medi che non superano i 1.000 euro mensili e con tempi di lavoro reali spesso non correttamente riconosciuti in busta paga. Rimane centrale anche la difficoltà legata al rapporto tra conciliazione della vita privata e degli orari di lavoro perché molto spesso si tratta di persone che lavorano su turni anche di 45/50 ore alla settimana”.